Questione Giustizia published the speech given by Mariarosaria Guglielmi at the 60th anniversary of Magistratura Democratica “Magistratura democratica e Medel: la storia di un percorso comune”
Magistratura democratica e Medel: la storia di un percorso comune*
1. Le origini
Vale la pena ricordare oggi il contesto storico e politico che rappresenta la “preistoria” di quello nel quale – ormai quasi 40 anni fa – nasceva il progetto visionario che dava vita a MEDEL. Come scriveva Christoph Strecker, uno dei padri fondatori di MEDEL[1], l’Europa aveva ereditato dalla caduta dei regimi autoritari una Giustizia che aveva fallito nel suo compito, legittimando la tirannia anziché difendere i diritti e lo stato di diritto. Molti magistrati, dopo il collasso di questi regimi, erano rimasti in servizio e, come le loro associazioni, non intendevano fare i conti con il passato. Essi erano piuttosto interessati alle condizioni di lavoro e alla difesa dei privilegi e solo fra i magistrati più giovani si avvertiva l’esigenza di un confronto su quel passato, sulle responsabilità ed insegnamenti che le tragedie di quella storia avevano lasciato.
Quel confronto prese avvio e la sua prima conclusione fu che la difesa della democrazia richiede sistemi giudiziari democratici. Nacquero le associazioni progressiste di giudici e pubblici ministeri che – sin dalla scelta del nome – intendevano dichiarare apertamente la necessità di un nuovo “approccio democratico”: questi nomi furono Magistratura democratica in Italia (1964), e poi Syndicat e Sindicato in Francia (1968), in Belgio e in Portogallo; in Spagna nacquero l’associazione dei giudici Jueces para la Democracia e quella dei pubblici Unión progresista de Fiscales; in Germania, i magistrati progressisti confluirono nei sindacati della pubblica amministrazione dello stesso orientamento.
Queste associazioni stabilirono i primi contatti verso la fine degli anni ’70, inizio anni ’80.
Salvatore Senese, insieme a Louis Joinet (fondatore del Syndicat de la magistrature francese), «dotati di ubiquità, un piede nel locale e l’altro nell’universale» – come scrisse il primo presidente di Medel, e fondatore dell’Asm belga, Christian Wettinck[2] – fu uno dei punti di raccordo per questi giuristi ed associazioni.
Come è stato per Magistratura democratica, la presenza di Salvatore Senese ha improntato fortemente di sé la nascita e il percorso di questa nuova esperienza collettiva che è diventata MEDEL.
E Salvatore Senese fu uno dei protagonisti dell’evento, preludio alla creazione di MEDEL: un seminario organizzato nel 1983 dal Syndicat de la magistrature con l’Università di Lille sul tema Judiciary and Democracy in Europe.
Rileggere oggi gli atti di quel dibattito e gli interventi di Salvatore Senese – pubblicati nel volume Être juge demain[3] – vuol dire ritrovare le riflessioni attualissime che contribuirono a gettare le basi culturali per un nuovo associazionismo, e per la costruzione di una nuova identità di giudice europeo, di cui MEDEL è stata protagonista.
2. Una comunità di persone e di magistrati europei
MEDEL si rivelò sin dal principio molto più di una semplice rete di collegamento fra diverse associazioni: nasceva una comunità di persone, unite da valori comuni, e da legami di amicizia e solidarietà. Oggi questa comunità conta 25 associazioni di giudici e pubblici ministeri da 17 paesi del Consiglio d’Europa[9].
In questa comunità, Magistratura democratica ha espresso il suo impegno per l’Europa dei diritti, e dello stato di diritto. Attraverso MEDEL è cresciuta la nostra consapevolezza che solo agendo da giudici europei possiamo essere all’altezza delle difficili sfide per la giurisdizione[10].
3. L’Europa della pace, della solidarietà e dello stato di diritto
L’Europa della pace, della solidarietà e dello stato di diritto era l’idea da realizzare che ha ispirato il progetto visionario alla base di MEDEL. Oggi è la prospettiva da ritrovare e da difendere.
La grande sfida democratica ha assunto una drammaticità e una complessità inedite. MEDEL ha contribuito a far crescere la consapevolezza che i nostri valori comuni possono essere cancellati e sovvertiti in qualsiasi momento.
Qualche giorno fa Giovanni Palombarini e altri hanno scritto parole generose di riconoscimento per il nostro impegno in MEDEL e per tutto quello che MEDEL ha realizzato.
Questa è l’occasione per me per ringraziare Giovanni e tutti gli altri, ma anche per ricordare che – come nel cammino di Magistratura democratica – noi proseguiamo lungo un solco profondo che altri prima di noi hanno tracciato. Sappiamo che questo percorso si è fatto molto stretto, impervio. Neppure lo sguardo lungo dei nostri padri fondatori avrebbe potuto immaginare un’epoca di nuovo così buia per l’Europa e per la democrazia.
Ma quel solco profondo resta. Resta a darci una direzione.
E’ la preziosa eredità di queste due storie parallele e delle due indissolubili esperienze collettive cui MEDEL e Magistratura democratica hanno dato vita.
[1] Intervento di C. Strecker, MEDEL, yesterday, today and tomorrow, tenuto a Roma il 20 maggio 2005.
[2] C. Wettinck, Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés: dall’idea alla realizzazione.
[3] Volume curato da J.-P. Royer, Presses Universitaires de Lille, Lille, 1983.
[4] S. Senese in L’independance est-elle aussi une valeur pour le changement?, in Être juge demain cit., pag. 40 ss.
[5] S. Gaboriau, in Être juge demain, cit., pag. 13 ss.
[6] https://www.yournewpage.com/contrappesi
[7] L’art. 1 dello Statuto, sugli obiettivi dell’associazione, prevede «l’instaurazione di un dibattito fra magistrati di diversi Paesi al fine di sostenere e promuovere l’integrazione comunitaria europea e la creazione di una unione politica europea».
[8] Lo Statuto dell’Associazione venne approvato dalla prima assemblea generale tenuta a Parigi il 29 novembre 1987.
[9] Vito Monetti, in Une petite chronique et quelques notes de réflexion sur la vie et les activités de Medel.
[10] Medel si è impegnata per far conoscere la Carta di Nizza e le prime decisioni delle Corti che davano attuazione ai suoi principi.
[*] Testo dell’intervento pronunciato nella festa per i sessant’anni di Magistratura democratica svoltasi a Roma nei giorni 9 e 10 novembre 2024 , destinato alla pubblicazione sul numero 4/2024 della Rivista Trimestrale
14/11/2024
Source: Questione Giustizia